• Genere: Horror
  • Prezzo: € 14,00
  • Editore: Cut-Up Publishing
  • Pagine: 56
  • Formato: Cartonato

Brevi e fulminanti, coerenti tra loro anche se slegati da qualsiasi filo conduttore che non siano lo sfondo storico, la creatura e l’occulto, forti di una struttura narrativa cara ai racconti di Creepy col classico ribaltone ironico finale che rende la storia ancora più malvagia e sulfurea. E l’ironia, appunto, è l’ingrediente forte delle storie di Moreno, che lo hanno reso celebre nella sua attuale cura editoriale di Zagor, sia come autore (storico) principale che editoriale… (dalla prefazione di Paolo Di Orazio)

Mostruose, inquietanti, imprevedibili, sanguinolente e sarcastiche: cinque storie di horror medievale di due grandi autori del fumetto italiano per la prima volta raccolte in volume.

L’orrore incontra il Medioevo. Il mio genere preferito in assoluto incontra uno dei miei periodi storici preferiti. Le aspettative erano alte e non sono state deluse. Ho trovato un unico difetto in questo volume, è troppo breve e cinque storie sono troppo poche. Storie così belle e terrificanti allo stesso tempo non se ne leggono facilmente, quindi speriamo che Moreno Burattini e Stefano Andreucci vogliano deliziarci in futuro con altri racconti di stampo horror/medievale.

Il volume si apre con il racconto Il Negromante (che dà poi il titolo all’intera raccolta). Un racconto che ricorda molto la struttura narrativa dei racconti di Creepy (pubblicati in Italia come Zio Tibia). Il figlio di un famoso sovrano si rivolge ad un negromante per uccidere il padre e godere dei tesori del castello. Ma non andrà tutto come previsto. E no, non è uno spoiler. Lo si capisce fin da subito, il ghigno mefistotelico del negromante lascia presagire che le cose prenderanno una brutta piega. Un racconto breve ma di pregevole fattura.

Prosegue la raccolta Il Pifferaio Magico. In questa storia un villaggio è vittima di un enorme ed intelligentissimo lupo. Ma quando un misterioso ragazzo con un piffero magico (?) arriverà in città le cose cambieranno. Questo racconto è uno dei miei preferiti. Breve, tagliente e feroce come la belva che attacca i poveri abitanti del villaggio. Un viaggio intenso nell’orrore medievale.

Il terzo racconto si intitola La testa del Drago ed è il più breve dei cinque insieme al quarto, ovvero La Belva. In questi due racconti Burattini e Andreucci ci danno una lezione: la vera belva è l’uomo. Sì, anche se in questi racconti troviamo draghi e bestie ripugnanti degne di H.P. Lovecraft, il vero mostro è l’uomo. Due storie che fanno riflettere.

Chiude il volume il racconto La Strega, uno dei più lunghi e sicuramente il più aberrante e disturbante dell’intera raccolta. Protagonista del racconto è, per l’appunto, una strega catturata da alcuni soldati e sottoposta a torture e soprusi di ogni tipo. La donna si proclama innocente fino alla fine… ma sarà così?

Cinque racconti per un totale di 56 pagine, cinque racconti fumanti come calderoni in cui bollono strani miscugli, feroci come belve assetate di sangue, gotici come castelli diroccati e decadenti. Una raccolta che non si dimentica facilmente. Anzi, dopo averla letta ne vorrete ancora! 

Potete acquistare la vostra copia sullo store della casa editrice.