Odoya Edizioni pubblicherà, il prossimo 18 giugno, La vera storia di Edgar Allan Poe, una biografia letteraria e completa dello scrittore contenente una lettera inedita. Di seguito comunicato stampa della casa editrice:

La vera storia di
Edgar Allan Poe

di Teresa Campi

368 pagine illustrate, 24 euro
In uscita il 18 giugno 2020. Odoya edizioni

Attenzione: in questo libro c’è un’epistola inedita di E.A. Poe:
“Durante la stesura del presente volume l’autrice e venuta a conoscenza dell’esistenza dei primi due fogli autografi, finora inediti, di una lettera già nota (n. 328), del 29 agosto 1849, destinata a Muddy. Il manoscritto e stato battuto all’asta il 4 giugno 2015 (lotto 103), presso la Casa d’Aste Minerva Auctions di Roma (ora Finarte, Milano) e aggiudicato alla Susan Jaffe Tane Foundation di New York per la cifra di 136.000 euro”.

Quando parliamo di Edagr Allan Poe ci riferiamo a un uomo che va annoverato tra i grandi della letteratura statunitense. Dostoevskij lo volle tradurre e Baudelaire imparò appositamente l’inglese per tributare quell’anima affine d’oltreoceano che molto ispirò la sua poetica. Pochi in vita lo stimarono così tanto.
Il merito di Teresa Campi è quello di aver scritto una grande biografia, con una prosa romanzesca che non rinuncia alla completezza pur restando letteraria e d’estremo piacere nella lettura.
Siamo così trasportati lì, tra Richmond e Philadelphia in anni cruciali per la crescita industriale degli Stati Uniti a cui faceva timidamente seguito lo sviluppo dell’ambiente letterario.
Fatto fondamentale della vita e della poetica di Poe fu senz’altro la morte per tubercolosi della madre, l’attrice Betty Arnold,nella famosa camera rossa di una taverna di RichmondMalattia, morte e paura dell’abbandono non lasciarono mai Edgar che cercò durante tutta la sua vita calore umano e qualcuno che gli fornisse i mezzi e le motivazioni per vivere. Questi aneliti servirono da carburante per il suo talento, allenato giorno e soprattutto notte con assiduo lavoro. La vita e l’opera si intrecciano così da Morella a Annabelle Lee: uno dei primi racconti e l’ultima bellissima poesia.
Poe ha fondato e anticipato molto a livello letterario, la sua storia letteraria dice molto sul mercato editoriale del tempo. Furono l’attività giornalistica e di critica a diventare la sua professione, mentre passione per la scrittura e indigenza lo spinsero a scrivere anche uno scopiazzato e molto letto manuale etologico sui molluschi. La sua penna di critico fu affilata e le sue ambizioni andavano di pari passo agli spietati giudizi di cui ricoprì i romanzieri statunitensi. Oggi di quella schiera allora molto letta e osannata ne sappiamo ben poco…
Se Poe è riconosciuto soprattutto per quei racconti dell’orrore scaturiti dal suo abisso interiore di orfano, Campi mette anche in luce l’invenzione del primo detective della carta stampata: Auguste Dupin de I Delitti della Rue Morgue a cui Conan Doyle deve tantissimo. Riscontriamo poi l’applicazione del mistero e dell’orrore a situazioni che descrivono la vorticosità  della società urbana statunitense con L’uomo della folla per esempio, a dimostrazione che Poe seppe anche leggere e rappresentare la propria realtà.
Fu con Il Corvo che divenne famoso: tutti volevano sentire quell’uomo cupo, ma dalla bella voce declamare l’anaforico nevermore.

Senza nascondere i problemi con l’alcool e tutti i momenti patetici della breve vita di questo genio da riscoprire, Campi ha creato un lavoro inedito dedicato a  neofiti e appassionati da leggere come un romanzo dalle atmosfere dark.

Teresa Campi, nata a Terracina, è romana di adozione. Ha studiato all’Università La Sapienza di Roma: suoi maestri Elémire Zolla ed Elio Chinol. Ha conseguito un master in Educazione alla Pace e svolto corsi in nome del World Compassion for Children International sui diritti umani, fondato dal premio Nobel Betty Williams. Ha esordito come giornalista ai culturali di Paese Sera e ha pubblicato Il canzoniere di Isabella Morra (Bibliofilo, 1980); Cenere e polvere (Savelli, 1981); Le ore casalinghe (Il Bagatto, 1982); Sul ritmo saffico (Bulzoni, 1983); Il sangue e l’oblio (Edizioni del Girasole, 1996); Le cucine desolate (Manni, 1999); Storia elementare (Manni, 2006); D’Amore e morte. Byron, Shelley e Keats a Roma (Albeggi, 2016). Ha tradotto opere di Renée Vivien, Pétrus Borel, Pierre Louÿs e il carteggio di P.B. Shelley: Morire in Italia (Archinto, 1986).

Per qualsiasi informazione potete visitare il sito dell’editore: http://www.odoya.it/