Opera è un film del 1987 scritto e diretto da Dario Argento, ed è considerato – da molti – uno degli ultimi capolavori del maestro del brivido.

OPERA – LA TRAMA

Ultima prova del “Macbeth”: su un palcoscenico infestato dai corvi, il soprano litiga con il regista, fugge dal teatro e viene travolta da un’automobile. A sostituirla viene chiamata Betty, una giovane esordiente, che accetta di malavoglia il ruolo poichè si dice che quell’opera di Verdi porti sfortuna. Lo spettacolo è un trionfo, ma quella stessa notte un uomo incappucciato immobilizza la ragazza e la costringe ad assistere al brutale omicidio del suo amante. I crimini si susseguono e la polizia decide di mettere Betty sotto protezione. Ma l’agente che si presenta alla sua porta è un impostore…

OPERA – LA RECENSIONE

Chiariamolo subito: Opera è un buon film ma non un capolavoro! Il film – che è frutto di una co-produzione Rai che all’epoca costò quasi 10 miliardi di lire – è stato girato con una cura maniacale dei dettagli e il plot del film rasenta la perfezione visiva. La scena in soggettiva dei corpi è un raro esempio di grande cinema italiano. 

Purtroppo, dopo lo splendido incipit, il film si perde un po’. Forse per l’interpretazione un po’ asettica di Urbano Barberini o i dialoghi a volte un po’ troppo banali e deliranti. 

Per apprezzare al meglio Opera dobbiamo guardarlo solo ed esclusivamente su un piano visivo: Opera è l’apoteosi dell’estetismo dell’omicidio. Le immagini sono un susseguirsi di pugni allo stomaco e conducono, in maniera pressoché perfetta, lo spettatore per tutto il film.

In Opera, l’omicidio non è altro che una delle ‘belle arti’.

Ma tralasciando i limiti di sceneggiatura, Opera è un film che fa dell’aspetto visivo il suo punto di forza, grazie ad un susseguirsi di immagini splendidamente girate e orchestrate da Dario Argento (esemplare la scena in cui Daria Nicolodi viene uccisa con un colpo di pistola sparato dallo spioncino della porta d’ingresso).

In Opera non manca una forte componente sadica: Dario Argento riprende in maniera minuziosa e dettagliata tutti gli omicidi, attribuendo al serial killer un modus operandi davvero originale. L’assassino, infatti, prima di commettere gli omicidi immobilizza Betty, mettendole una fila di aghi sotto le pupille per costringerla a guardare. Qui l’omicidio viene elevato ad arte.

Gli effetti speciali – curati tra i tanti da Sergio Stivaletti – sono di pregevole fattura e ancora oggi riescono a strappare qualche smorfia di disgusto allo spettatore. 

La colonna sonora mescola composizioni classiche di Giacomo Puccini e Giuseppe Verdi con brani metal e con alcuni pezzi originali realizzati dall’ex leader dei Goblin, Claudio Simonetti.

In conclusione Opera è una piccola perla del cinema horror italiano che – con una sceneggiatura più curata – sarebbe potuto essere un capolavoro. 

OPERA – EDIZIONE HOME VIDEO 

Ecco alcuni dati tecnici dell’edizione home video (acquistabile qui):

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