• Titolo : Uzumaki – Spirale
  • Autore: Junji Ito
  • Casa editrice: Edizioni Star Comics
  • Genere: Horror

TRAMA

Nella piccola cittadina di Kurouzu, un giorno cominciano a verificarsi degli strani fenomeni: il vento crea mulinelli, gli steli delle piante si attorcigliano, il fumo delle cremazioni disegna nel cielo motivi a spirale. Anche le persone subiscono improvvisi mutamenti: i capelli si arricciano, i corpi si avvitano su se stessi, qualcuno addirittura subisce disgustose trasformazioni; e, uno dopo l’altro, tutti sembrano cadere vittima di una follia isterica…

Per sfuggire a questa misteriosa maledizione, la giovane studentessa Kirie Goshima decide di abbandonare il paese… Ma ci riuscirà?

RECENSIONE

Può una semplice forma geometrica – la spirale, in questo caso – essere il fulcro di un orrore così grande da terrorizzare un’intera città? Una persona normale direbbe di no, ovviamente. Ma il maestro Junji Ito ha un intelletto che trascende la semplicità della mente umana. E, tra il 1998 e 1999, ha creato Uzumaki – Spirale, uno dei suoi capolavori (sicuramente il più conosciuto) maggiormente disturbanti.

Le vicende si svolgono a Kurouzu, un paese dove il tempo sembra essersi fermato. Un paese in cui né lo spazio né il tempo sembrano esistere. Ito, da buon maestro, gioca con questa angosciosa sensazione imprimendo nei personaggi della storia un senso di solitudine perenne. I cittadini di Kurouzu, nonostante si rendano conto di una minaccia che incombe sulla città, non si relazionano l’uno con l’altro, non si aiutano, non c’è nessun tipo di solidarietà. Ognuno pensa per se, a qualunque costo.

Una delle tante spirali presente nel manga

La figura della spirale non è casuale. La storia di Ito, infatti, è un ciclo avvolgente di terrore che, girando e girando, si avvolge attorno ai protagonisti, così come una spirale continua a girare su se stessa infinite volte. Perché la storia di Uzumaki si ripete, non ha un inizio né una fine, è un incubo infinito in cui Ito trascina anche il lettore.

Gli stessi personaggi, soprattutto i due protagonisti, tenteranno (invano) ogni modo di uscire da quest’incubo, con l’unico risultato di girare attorno al problema senza mai realmente risolverlo.

Più si prosegue con la storia, più ci s’imbatte in situazioni sempre più grottesche e agghiaccianti. Basti pensare alle persone che, infettate dalla maledizione della spirale, si trasformano lentamente in lumache giganti, condannate a condurre un’esistenza misera.

L’autore riesce ad imprimere alla storia anche un sottotesto sociale poco velato, arrivando a trattare anche temi come il cannibalismo. A Kurouzu vige solo una regola: sopravvivere, ad ogni costo. .

Uzumaki – Spirale può essere considerato come una sorta di saggio sull’animo umano: fino a che punto può spingersi un uomo per aver salva la vita? Quali atrocità è pronto a commettere?