• Genere: Romanzo
  • Prezzo: € 16,90
  • Editore: Giunti
  • Pagine: 396
  • Formato: Brossurato con alette

IL PREDATORE DI ANIME – LA TRAMA

Giovane e determinata, Sabina, commissario di polizia a Roma, si trova a destreggiarsi tra la tormentata passione per un PM sposato e un caso di omicidio-suicidio tra coniugi che non sembra rivelare troppe sorprese. Finché i sospetti non ricadono su un uomo con cui entrambe le vittime hanno avuto contatti il giorno della morte: il misterioso Nardo Baggio, operatore Shiatsu. Profondamente colpita da questa figura ambigua e magnetica, Sabina scoprirà di lì a poco la sua reale attività: dare supporto alle vittime di stalking, soprattutto coloro che le istituzioni non riescono a tutelare. La poliziotta non si aspetta certo di dover ricorrere lei stessa al suo aiuto: nel frattempo qualcuno ha iniziato a perseguitarla, in maniera subdola e cruenta. Che si tratti del PM con cui ha chiuso bruscamente la relazione? Rimossa dal suo incarico, Sabina diventa ben presto complice e amica di Nardo, arrivando ad affiancarlo nella sua attività. Così toccherà con mano la scaltrezza con cui l’uomo, basandosi su studi antropologici, domina la mente di vittime e carnefici, con metodi tutt’altro che convenzionali in grado di assicurare un’efficacia che un poliziotto, imbrigliato nelle disfunzioni del sistema, non può nemmeno sognare. Ma è giusto fidarsi di questo predatore di anime? Sabina rappresenta la legge, Nardo la viola, sistematicamente, in nome della giustizia. Sabina si fa guidare dai sentimenti, Nardo invece non crede alle passioni né all’amore, spiega tutto alla luce di istinti millenari che ancora ci legano ai comportamenti delle scimmie, degli umanoidi che siamo stati e che, secondo lui, ancora, in gran parte, siamo. Che cosa siamo noi veramente? Creature che uccidono per passione o scimmie nude schiave di un determinismo cieco? In un finale che lascia senza fiato, la poliziotta sarà obbligata a decidere definitivamente da che parte schierarsi.

IL PREDATORE DI ANIME – LA RECENSIONE

Se vi aspettate il classico thriller con un serial killer e un detective sulle sue tracce, allora Il predatore di anime non è il romanzo che state cercando. È un thriller a tutti gli effetti, ma atipico e diverso dal solito.

Il predatore di anime è, soprattutto, una storia realistica, pregna di fatti di cronaca che purtroppo conosciamo fin troppo bene (lo stalking). Ci sono due personaggi agli antipodi: Sabina rappresenta la legge mentre Nando, operatore shiatsu che combatte a fianco di donne (e anche uomini, sporadicamente) perseguitate da ex amanti, ex mariti o spasimanti, porta avanti i suoi ideali sfociando molto spesso nell’illegale.

Questo è uno dei punti di forza del romanzo: l’interazione tra due personaggi così diversi viene portata avanti in maniera arguta, sapiente e incalzante. Purtroppo, però, ho trovato un neo che mi ha fatto storcere parecchio il naso. L’autore è appassionato di studi antropologici (la scienza che studia i tipi e gli aspetti umani soprattutto dal punto di vista morfologico, fisiologico, psicologico) e ha letteralmente infarcito i dialoghi tra Nardo e Sabina con digressioni sull’antropologia. Ho trovato queste parti un po’ tirate per le lunghe e leggermente artificiose. Il romanzo, probabilmente, avrebbe beneficiato di una manciata di pagine in meno.

Tolto questo, l’esordio di Franchini è folgorante. L’autore, di origini mantovane, porta avanti una storia abbastanza lineare in maniera sapiente, dosando perfettamente momenti di tensione, momenti di azione e di riflessione.

Ma non è solo la storia ad evolversi. I due personaggi principali, Sabina e Nardo, evolvono continuamente, si confrontano, hanno opinioni divergenti ma si ascoltano attentamente l’un l’altro, si danno consigli, si innamorano. Molto spesso, nei romanzi o nei racconti, ci si sofferma maggiormente sull’evoluzione della storia e poco sull’evoluzione dei personaggi. Sabina, in particolare, è un personaggio tridimensionale, vivido e credibile, divisa tra l’amore proibito per Roberto (il suo superiore sposato e con figli) e Nardo. Nardo, d’altro canto, l’ho trovato un personaggio un po’ troppo artificiale, troppo perfetto per essere vero (anche se nasconde più di qualche oscuro segreto che lascio a voi il piacere di scoprire).

A fare da sfondo all’evolversi della storia troviamo una Roma disincantata, descritta come una città sempre in movimento, caotica ma affascinante.

Tutto l’affresco che si viene a creare alla fine è talmente affascinante da ammaliare il lettore, accompagnandolo nell’evoluzione della storia e dei personaggi fino ad arrivare ad un finale (abbastanza) inaspettato.

Il predatore di anime è un romanzo ideale per chi ha voglia di una lettura diversa dal solito, per chi ha voglia di un romanzo che ti catapulta nel pieno dell’azione fin dalle primissime pagine, per chi ha voglia di riflettere. Perché Il predatore di anime è anche questo, un romanzo che fa riflettere, che ci fa porre degli interrogativi e che ti rimane dentro, avvinghiato al cuore e all’anima.

L’AUTORE – VITO FRANCHINI

Nato in Iran, di origini mantovane, ha 43 anni, è padre di due bimbe e, come ufficiale dei carabinieri, per anni ha condotto indagini in diversi ambiti criminali. Attualmente si trova in Africa in missione per conto dell’UE. È appassionato di musica e di studi antropologici, che ha utilizzato ampiamente in questo suo romanzo di esordio, pubblicato da Giunti dopo anni di lavori da indipendente (romanzi d’avventura e saggi).

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Si ringrazia la casa editrice Giunti Editore per averci fornito il materiale cartaceo per la recensione.