Trasporre un’opera di Stephen King – che sia un racconto o un romanzo – non è cosa semplice. Tutte le fanbase sono molto pretenziose circa le trasposizioni filmiche o seriali delle avventure dei loro libri o saghe preferite (basti pensare ai vari Harry Potter). E i fan di King non sono da meno.

Eppure se pensiamo ai migliori adattamenti kinghiani non possiamo non citare The Night Flier – Il volatore notturno di Mark Pavia, basato sull’omonimo racconto contenuto in Incubi e Deliri.

Il film di Pavia è abbastanza fedele al materiale cartaceo. Il brodo è allungato parecchio, è ovvio. Ma è anche ovvio capirne il motivo. Il racconto di King, se non ampliato, non avrebbe mai coperto la durata di un lungometraggio. Ed ecco comparire personaggi nuovi come Katherine Blair, giornalista in erba che darà filo da torcere al personaggio interpretato da Miguel Ferrer.

Sebbene all’epoca dell’uscita non raccolse critiche molto lusinghiere, il produttore Richard P. Rubinstein era così entusiasta del film che decise di affidare a Mark Pavia l’arduo compito di scrivere e dirigere un sequel. Lo stesso King, attratto dal progetto, salì in cattedra in veste di co-sceneggiatore.

Ma se era tutto praticamente già fatto, perché The Night Flier 2: Fear of Flying non ha mai visto la luce? Perché i 10 milioni di dollari richiesti da Pavia, King e Rubinstein per realizzare il film furono considerati troppi dagli studi a cui avevano proposto il progetto.

Fonte: Il Cineocchio